Ultrasuoni terapia nelle fratture
Gli ultrasuoni (ultrasuonoterapia) sono onde acustiche con frequenze superiori ai 20 kHz (20.000 Hertz), la massima frequenza udibile dall’orecchio umano (da cui il nome). Tali onde vengono generate sollecitando un quarzo con un campo elettrico di cui si inverte periodicamente la polarità: per effetto del campo elettromagnetico che si crea, il quarzo si comprime ed espande, generando delle vibrazioni meccaniche che provocano le onde acustiche degli ultrasuoni.
Penetrando in un sistema biologico, le onde perdono energia, cedendola al sistema che attraversano con un meccanismo di attenuazione. Più alta è la frequenza dell’onda, maggiore è l’attenuazione (quindi penetra meno profondamente): generalmente le onde entrano fino a profondità comprese tra 1,5 e 5 cm.
Il sistema biologico può essere un tendine (tendinite), un muscolo o un osso. La cessione di energia viene convertita in calore, le cui proprietà terapeutiche sono ben note da centinaia di anni.
L’uso degli ultrasuoni a scopo terapeutico in ortopedia è sfruttato fin dalla metà del ventesimo secolo. Il calore indotto nei tessuti è legato alla viscosità del tessuto (quindi alla sua stessa natura biologica), alla sua chimica (composizione) e alle proprietà termiche (conduttività). Ma la cessione di calore non è l’unico effetto. Si ha infatti una sollecitazione meccanica che produce un movimento delle molecole dei tessuti, inducendo variazioni di pressione. Queste permettono di muovere il liquido all’interno dei tessuti biologici e quindi ha effetto nel caso di presenza di versamenti o per riallineare le fibre di collagene.
L’ulteriore effetto delle onde acustiche che attraversano un sistema biologico è di tipo chimico: si altera il pH e la permeabilità delle membrane cellulari facilitando lo scambio e la migrazione di liquidi.
Campi di applicazione
Gli ultrasuoni sono usati essenzialmente per ridurre il dolore: possono essere utili in sciatalgie, nevriti, periartrite, polimialgie, tendiniti, tendinosi, fratture, tenosinoviti, epicondiliti, conflitto sub-acromiale della spalla ecc. Alcuni sostengono che possono avere un effetto curativo per disgregare le calcificazioni.
Secondo alcuni autori, oltre all’effetto antidolorifico (antalgico), altri effetti della terapia a ultrasuoni sono quello antiedemigeno (riduzione del gonfiore), fibrinolitico e rilassante.
Una ricerca di alcuni anni fa ha mostrato qualche effetto nella riduzione dei tempi di recupero a seguito di fratture della tibia, anche se il campione appare abbastanza limitato: 67 casi di fratture, 34 trattati con ultrasuoni e le rimanenti come gruppo di controllo. Il guadagno nel tempo di guarigione è stato stimato nell’ordine di quasi il 50%.
I concetti esposti in questa ricerca sono stati recentemente riportati sulla stampa non specialistica, ma divulgativa, citando un non ben precisato articolo americano in cui il campione era decisamente più vasto (10.000 casi), anche qui confermando una diminuzione dei tempi di recupero dell’ordine del 38-40%.
NOTA – Ciò sembrerebbe contraddire quanto detto sopra sul basso indice di efficienza degli ultrasuoni. In realtà, se si leggono le ricerche, si scopre che gli ultrasuoni sono stati applicati per un tempo e una frequenza (numero di sedute per settimana) che è insperabile pensare che un paziente normale possa avere: per esempio per una data patologia (notate come nell’articolo sopraccitato cambino i tempi e le frequenze di utilizzo) nella ricerca il soggetto controllato subisce un trattamento per un paio d’ore al giorno tutti i giorni (a intervalli di 15′-20′).
Controindicazioni alla terapia ultrasuoni
Gli ultrasuoni non devono essere utilizzati sulla zona cardiaca, sulla regione cefalica e sui tessuti specializzati (testicolo, ovaio, metafisi fertili, vale a dire quelle che si ossificano in modo più tardivo), che possono venire danneggiati.
Particolari cautele devono essere adottate quando si effettuano applicazioni sul rachide (colonna vertebrale) di pazienti con esiti di laminectomia, per possibili danni al midollo spinale.
In linea generale, gli ultrasuoni non devono essere mai applicati in caso di:
- osteoporosi ad alto turnover
- presenza di frammenti metallici
- protesi articolari
- vene varicose
- flebiti e tromboflebiti
- presenza di pacemaker
- arteriopatie obliteranti
- emorragie, mestruazioni
- tessuti neoplastici
- tubercolosi
- gravidanza.
Giulio Raia
Dott. in Fisioterapia
Napoli
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