Esistono numerose patologie che colpiscono le articolazioni della colonna vertebrale, rendendo i nostri movimenti meno flessibili e limitando la nostra routine quotidiana. Tra questi, tra i 20 e i 40 anni, possono manifestarsi infiammazioni degenerative come la Spondilite anchilosante, dove la colonna vertebrale si fonde fino a formare una struttura unica. Questa patologia, a differenza di altre malattie reumatiche colpisce più frequentemente gli uomini rispetto le donne. Per alleviare i sintomi e recuperare piano piano la mobilità naturale della colonna vertebrale esistono alcune terapie fisiche, come la magnetoterapia e l’ultrasuonoterapia. Scopri con noi quali sono i principali sintomi della Spondilite anchilosante, come diagnosticare in tempo la malattia e le principali terapie presenti.

 

Cos’è la Spondilite anchilosante?

 

Uomo si tocca la schiena

 

Questa patologia deriva dal greco ed è l’unione di due diverse parole: angkylos (ricurvo) e spondylous (colonna vertebrale). Si tratta di una malattia reumatica infiammatoria a lungo termine e degenerativa che interessa la spina dorsale, ma che può colpire anche altre articolazioni, quali:

  • Anche;
  • Spalle; 
  • Ginocchia;
  • Caviglie; 
  • Apparati (per esempio occhi e intestino). 

Spesso a questa patologia possono anche associarsi psoriasi e malattie infiammatorie intestinali

 

Classificazione della Spondilite anchilosante

 

Per distinguere le differenti caratterizzazioni della Spondilite anchilosante, gli esperti hanno classificato la patologia in tre classi:

  • Spondilite anchilosante assiale. Questa patologia è una forma di artrite cronica che coinvolge prevalentemente le articolazioni spinali e sacro-iliache. 
  • Spondilite anchilosante non radiografica. Clinicamente simile alla forma assiale, con evidenza dei sintomi, non presenta però segni tipici in radiografia.
  • Spondilite anchilosante periferica. In questo caso la patologia infiamma le articolazioni periferiche come anca, ginocchio, spalla e caviglie.

 

Che differenza c’è tra Spondiloartrite e Spondilite anchilosante?

 

Alcuni studi hanno evidenziato una forma più precoce della Spondilite anchilosante, definita dai reumatologi “Spondiloartrite”. La Spondilite anchilosante infatti da decenni è conosciuta per il termine “anchilosante” (che porta anchilosi, fusione) ed evidenzia il riferimento tipico della patologia che provoca una formazione nuova di osso che fonde gli estremi di un’articolazione, una caratteristica pienamente visibile nelle normali radiografie quando la malattia è in stato avanzato, ma non nelle forme precoci. 

Proprio queste ultime mostrano i sintomi tipici della Spondilite e dell’infiammazione, ma non presentano i caratteri tipici della fusione e per questo vengono definite Spondiloartriti. I sintomi sono comuni a entrambe e includono dolore alla schiena e alla colonna vertebrale con limitazione dei movimenti.

Cosa causa la Spondilite anchilosante?

 

Uomo si tocca la schiena dolorante

 

Nonostante non si conosca ancora con esattezza la causa della Spondilite anchilosante, alcuni studi hanno rivelato che nella formazione della patologia sono coinvolti alcuni geni, tra cui l’“HLA-B27”. Quest’ultimo infatti potrebbe essere coinvolto nell’attivazione del sistema immunitario contro le articolazioni e riconoscendo queste erroneamente come materiale estraneo sarebbe l’artefice dell’infiammazione tipica della Spondilite anchilosante. Vi sono poi altri fattori di tipo non genetico che secondo alcuni studi potrebbero aumentare il rischio di sviluppare la malattia, come per esempio:

  • sesso maschile;
  • giovane età;
  • psoriasi o parenti di primo grado affetti da psoriasi;
  • malattie infiammatorie croniche intestinali (esempio rettocolite ulcerosa e il morbo di Crohn). Queste infatti sono caratterizzate da una marcata infiammazione che può colpire diverse sezioni dell’intestino per estendersi poi a livello sistemico, coinvolgendo le articolazioni.

HLA-B27: cos’è e a quali altre patologie è associato

L’antigene HLA-B27 può essere riscontrato in frequenze variabili nella popolazione mondiale e in circa l’8% delle persone di razza caucasica. La sua presenza (con risultato positivo) può essere associata alla Spondilite anchilosante o ad altre patologie autoimmuni, come: 

  • l’artrite reumatoide giovanile;
  • l’artrite reattiva;
  • l’uveite anteriore acuta.

Epidemiologia della patologia

La Spondilite anchilosante si presenta con una frequenza tre volte maggiore nel sesso maschile e ha un picco di insorgenza nella fascia di età compresa tra i 20 e i 40 anni. L’80% dei pazienti affetti da questa malattia presenta i primi sintomi prima dei 30 anni mentre il 5% dopo i 45. All’interno della popolazione, la presenza della patologia varia tra 9 e 30 persone ogni 10.000 abitanti.

Quali sono i sintomi della Spondilite anchilosante?

 

Uomo si tocca la schiena dolorante

 

La caratteristica della Spondilite anchilosante è che a periodi di riacutizzazioni lievi e moderate dell’infiammazione si alternano fasi temporali quasi completamente asintomatiche. 

Tra i sintomi più comuni si riscontrano:

  • lombalgia, dolore alla schiena di intensità variabile che peggiora nelle ore notturne e al mattino;
  • rigidità mattutina;
  • dolore alla parte bassa della schiena;
  • spasmo muscolare; 
  • postura ricurva che può diventare permanente;
  • colonna vertebrale rigida;
  • perdita di appetito e peso;
  • lieve febbre;
  • eccessivo affaticamento;
  • anemia;
  • incapacità di espandere la parete toracica.

Quando le vertebre danneggiate dall’infiammazione comprimono i nervi o il midollo spinale, è possibile che si sviluppino anche:

  • intorpidimento;
  • debolezza;
  • dolore nella regione irrorata dalle fibre nervose danneggiate.


Quali sono le conseguenze per la comparsa di altre patologie?

 

Uomo si tocca la schiena dolorante mentre è seduto alla scrivania

 

Le manifestazioni sistemiche della patologia interessano un terzo dei pazienti e comprendono come visto oltre la lombalgia anche:

  • Uveite anteriore acuta recidivante (che in genere risponde bene a una terapia locale) mentre meno frequentemente si protrae nel tempo e diventa grave tanto da compromettere la vista. 
  • In alcuni casi compaiono segni neurologici che derivano da radicolite da compressione o sciatalgia, ma anche frattura o sublussazione vertebrale o sindrome della cauda equina (quando le radici nervose dell’estremità caudale del midollo si comprimono e interrompono le vie sensoriali e motorie degli arti inferiori e della vescica). 
  • La patologia può colpire anche le articolazioni periferiche, nello specifico anca e ginocchio, spalla e dita. L’infiammazione delle articolazioni (artrite) può essere il primo sintomo con cui compare la malattia, specialmente nei bambini e nelle donne. 
  • In alcuni casi alla presenza della Spondilite anchilosante si presentano anche disturbi cardiovascolari, quali insufficienza aortica, angina, pericardite e anomalie della conduzione cardiaca.
  • Possono inoltre presentarsi sintomi quali dispnea, tosse, emottisi che derivano da processi di fibrosi polmonare. 

Come riconoscere la Spondilite?

Poiché questa patologia si sviluppa ed evolve molto lentamente, è anche difficile da diagnosticare. Non esiste, infatti, un test specifico per individuarla. Tuttavia, per formulare una diagnosi il medico può affidarsi a diverse tipologie di indagini, confrontando i vari esiti con i criteri clinici stabiliti per questa malattia.

Il procedimento di diagnosi comprende in genere:

  • l’anamnesi e l’esame obiettivo (considera quando sono iniziati i disturbi e quali sono i sintomi, ma anche la storia medica e familiare del paziente).
  • gli esami del sangue. VES, Proteina C-reattiva, emocromo, misura del fattore reumatoide, anticorpi antinucleo permettono di stabilire se sono in corso processi infiammatori ed escludono patologie dai sintomi simili.
  • Un test genetico (per la ricerca del gene HLA-B27), la positività può rafforzare infatti i sospetti.
  • Diagnostica per immagini (radiografia lombosacrale e dell’articolazione sacro-iliaca, risonanza pelvica). Identificano eventuali anomalie della colonna lombosacrale.

Come si cura la Spondilite anchilosante?

Dal momento che non esiste una causa specifica della Spondilite anchilosante, anche per quanto riguarda le cure queste si concentrano nell’alleviare il dolore e i sintomi, mantenendo la mobilità articolare e cercando di prevenire il danno d’organo terminale. 

Le principali cure per il trattamento della Spondilite anchilosante sono:

  • I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) – riducono il dolore, eliminando l’infiammazione articolare e lo spasmo;
  • Sulfasalazina, metotrexato, antagonisti del fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-alpha) o antagonisti dell’IL-17 (p. es., secukinumab, ixekizumab) – aiutano a ridurre i sintomi articolari e la lombalgia;
  • Esercizio fisico e terapia di sostegno – rinforzano i gruppi muscolari che si oppongono alle potenziali deformità;
  • Chirurgia – necessaria in casi più gravi, quando la patologia si associa all’artrite.

La chirurgia?

Nella maggior parte dei casi quando compare la Spondilite anchilosante non è necessario un intervento chirurgico. Solo quando a questa si associa a una patologia reumatica come l’artrite, causando gravi danni alle articolazioni è possibile ricorrere all’intervento. In questo caso si procede sostituendo le articolazioni danneggiate (specialmente anche e ginocchia) con protesi, mentre in rari casi è necessario un intervento correttivo per la colonna vertebrale. 

Ultrasuonoterapia per la Spondilite anchilosante

 

Dispositivo di ultrasuonoterapia dolcontrol

 

Ora che sai come riconoscere la Spondilite anchilosante e i sintomi iniziali avrai capito che grazie all’esercizio fisico e alla fisioterapia, gli stati degenerativi della patologia possono essere rallentati. Oltre a questi, anche l’ultrasuonoterapia si rivela una soluzione efficace per combattere l’infiammazione e i sintomi derivanti da questa patologia. Si tratta, infatti, di una forma di terapia fisica sempre più utilizzata grazie alla sua scarsa invasività e proprio per questo è indicata per il trattamento di numerose malattie. La tecnica terapica si basa sull’utilizzo di onde sonore ad alta frequenza (superiori ai 20.000 Hz) e sulla loro capacità di penetrare all’interno dei tessuti generando calore. Proprio quest’ultimo ha una funzione curativa con notevoli benefici come l’effetto analgesico (miglioramento della circolazione sanguigna e rilassamento muscolare), l’effetto antinfiammatorio e rilassante (riduce gli spasmi muscolari). 

 

 

 

 

 

 

 

Magnetoterapia per la Spondilite anchilosante

 

Dispositivo di magnetoterapia RigenAct

 

Oltre alla terapia con ultrasuoni, anche la magnetoterapia è sempre più utilizzata in ambito terapico, grazie anche alla sua praticità che permette di eseguire le sedute comodamente a casa propria. Basterà applicare correttamente i solenoidi (parti fondamentali dell’apparecchio da cui esce il campo elettromagnetico): in poche sedute si avranno benefici importanti che alleviano i sintomi e l’infiammazione della Spondilite anchilosante grazie all’azione sulla pompa sodio-potassio, un enzima che si trova nella membrana cellulare e che ristabilisce il potenziale di lesione. 

Oltre all’effetto anti-infiammatorio, la magnetoterapia garantisce anche un’azione analgesica inibendo a livello post-sinaptico le fibre C e favorendo la produzione di endorfine cerebrali e cortisolo naturale poiché stimola la ghiandola surrenale. 

Rigenact e Dolcontrol: la terapia per la Spondilite anchilosante

La magnetoterapia e l’ultrasuonoterapia si rivelano rimedi efficaci per trattare i sintomi dolorosi della Spondilite anchilosante: si guarisce da questa patologia, infatti, e grazie ai dispositivi Rigenact e Dolcontrol è possibile effettuare le cure nella privacy e nella comodità della propria casa. A seconda del grado della patologia, già in poche sedute saranno visibili i primi miglioramenti come la riduzione del dolore e la ripresa dei movimenti. Gli effetti, infatti, permettono di evitare sul lungo periodo una progressiva invalidità per il paziente. I dispositivi sono sicuri e certificati dal Ministero della Salute, poiché realizzati secondo le normative europee più rigorose.

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Fonti:

  1. https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/s/spondilite-anchilosante?highlight=WyJzcG9uZGlsaXRlIl0=
  2. https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/disturbi-del-tessuto-muscoloscheletrico-e-connettivo/patologie-articolari/spondilite-anchilosante
  3. https://www.humanitas.it/malattie/spondilite-anchilosante/
  4. https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/69431-spondilite-anchilosante-quali-segnali-allarme-foto-parere-esperto/
  5. https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/tools-della-salute/glossario-delle-malattie/spondilite-anchilosante